LETTERA APERTA AI SIGG. MINISTRI DEGLI AFFARI INTERNI,
DELL’AMBIENTE
E DELLA SALUTE
LORO SEDI
e p. c.
all’Eccellenza del Prefetto di Reggio Calabria
SUA SEDE
Oggetto: Gravissima ed insostenibile situazione a Reggio Calabria
Reggio Calabria, 30 gennaio 2020
Questa è una lettera piena di amarezza, imbevuta di delusione ed esacerbata dalla rabbia di un gran numero di Cittadini di Reggio Calabria che si vedono privati dei diritti fondamentali ed elementari; diritti che non riguardano tanto la vita civile e la sfera propriamente giuridica quanto proprio e semplicemente la vita in sé: è banale, infatti, dire che non c’è vita senza acqua, che non c’è vita se si è immersi nell’immondizia e che non c’è vita quando vere e proprie bombe ecologiche ad orologeria vengono innescate coinvolgendo una gran massa di Cittadini .Sappiamo che spesso, in Italia, si sono concretizzate crisi temporanee che hanno determinato pesanti conseguenze in una o nell’altra delle tre fattispecie accennate; non siamo a conoscenza di situazioni in cui alla crisi idrica si aggiungessero, in contemporanea, la mancata raccolta dei rifiuti ed una ulteriore minaccia all’ambiente con discariche (e conseguenti rilasci di pericolosi percolati) stipate a dismisura, vicinissime a bacini imbriferi che servono più di 50 000 utenti.
Per quanto riguarda l’erogazione idrica il sito del nostro Comitato ( di cui sotto l’intestazione l’indirizzo web) è un fedele diario di quanto accaduto dal 2013 ad oggi. Occorre dire che lo stato di cose , già evidentemente insostenibile, si è ulteriormente aggravato: un po’ in tutta la città avvengono sospensioni, anche di lungo periodo, a scacchiera, in questo o in quel quartiere. La cosa ha del surreale per quanto riguarda gli abitati delle frazioni di Villa S. Giuseppe e di Pettogallico, situate lungo Via dei Monti (che si sviluppa per oltre 4 km) e di Arghillà. Qui, considerando solo gli ultimi tempi, l’acqua manca pressoché totalmente dal 10 gennaio con l’eccezione del giorno 13, del giorno 26 e del giorno 29; date in cui, comunque, l’erogazione è durata poche ore. Chi dispone di cisterne le vede inesorabilmente svuotarsi e lasciamo immaginare quale sia la qualità della vita di chi non ne può disporre. Ci sono cittadini costretti a recarsi da parenti, occasionalmente forniti di acqua, in altre parti della Città, anche solo per una doccia o addirittura per cuocere un piatto di pasta. E’ straziante cercare di mettersi nei panni di anziani ( da noi un’alta percentuale di popolazione ) , ammalati ed invalidi, spesso persone sole, aggredite da un disinteresse totale delle Istituzioni ed anche a fronte del fatto che, fatta salva la riconosciuta abnegazione degli operatori, forse per insufficienza di mezzi, il servizio autocisterne di emergenza è praticamente inesistente. Infatti, incredibilmente, alle segnalazioni ripetute e talvolta disperate, agli articoli di stampa, ai servizi televisivi e quant’altro non si è registrata risposta alcuna; né tantomeno ci sono state informazioni preventive o rassicurazioni in prospettiva. Qui l’acqua manca, non si sa perché e non si sa né se né quando tornerà. Come i buoi in una stalla non vengono di solito informati sulla somministrazione dell’acqua, allo stesso modo i nostri Cittadini vengono trattati. Di diverso c’è che il buon contadino si premura di fornire l’acqua al più presto: egli sa che, in caso contrario, le sue bestie moriranno. Qui, invece, possiamo morire senza che nessuno muova un dito. In una parola questa si chiama umiliazione della persona, disarticolazione della volontà, cancellazione della dignità posta alla mercé dell’arbitrio arrogante di chi dovrebbe essere preposto a garantire questo elementare diritto. Ci rendiamo conto che tutto questo ha del surreale come in un romanzetto dell’orrore da bancarella. Provate ad immaginare, Sigg. Ministri, come Vi sentireste se, tornando a casa, improvvisamente mancasse l’acqua, non sapeste perché né se né quando scorrerà di nuovo dai Vostri rubinetti; e riscontraste che nessuno risponde alle Vostre sollecitazioni: così si vive (si fa per dire) nel nostro incubo e così ci si sente rabbiosamente umiliati ed impotenti. Inoltre ci hanno per anni riempiti di chiacchiere sulla Diga del Menta, che avrebbe magicamente risolto ogni problema idrico della nostra Città. Ci hanno anche detto, qualche mese fa, che finalmente, dopo 53 anni (vergognoso!) di lavori, quella Diga era entrata in funzione, dopo essere stata allegramente inaugurata un paio di volte negli anni passati.: questi sarebbero i risultati? Nel corso di un tavolo di crisi istituito alla Prefettura nel 2017 il nostro Comitato aveva posto domande su vari aspetti della questione (compresa la vicenda del già finanziato Centro di Telecontrollo e degli stanziamenti cospicui per l’ingegnerizzazione della vetusta rete idrica, di cui non si sa nulla) con richiesta si risposta scritta. Tutto questo è documentato nel nostro sito, come anche è agli atti l’incredibile risposta del Comune. Malgrado tutti questi pregressi, nessuna reazione da parte delle Istituzioni.
Se tutto ciò non bastasse, l’immondizia viene raccolta di tanto in tanto. La “raccolta differenziata porta a porta” di fatto non funziona e cumuli di spazzatura campeggiano da mesi davanti alle nostre case mentre tutta la Città è piena di discariche improvvisate più o meno grandi. Anche in questo caso lasciamo immaginare quali pericoli per la salute pubblica si corrano, con animali grandi e piccoli, spesso ributtanti, che infestano le nostre strade.
In tutto questo si innesta la vicenda della discarica di Sambatello, situata nella nostra piccola e magnifica Vallata del Gallico, dove si raccoglie gran parte della produzione mondiale della pregiata “Arancia Bella Donna” e delle famose “Arance di San Giuseppe”. Ed è proprio qui, in questo meraviglioso e solare panorama di aranceti, di orti e giardini verdissimi che qualcuno, in passato, ha pensato di localizzare una discarica, già allora oggetto di lotte popolari. Ora la situazione è peggiorata: non solo vi è stata la declassificazione dell’organico conferito dunque come indifferenziato; ma la detta discarica è stata messa a disposizione dell’intera area della Città Metropolitana; un luogo assolutamente insufficiente per l’area comunale che viene elevato ad immondezzaio per l’intera provincia! Senza contare il pericolo dei percolati in vicinanza di pochi metri dai pozzi di acqua potabile e del bacino imbrifero delle falde che servono oltre 50000 utenti e le pessime notizie provenienti dall’inceneritore di Gioia Tauro.
Qui è messo in discussione il patto sociale su cui regge il rapporto popolo – istituzioni. Viene infatti da chiedersi a che cosa servano il Comune o la Regione che diventano autocrazie autoreferenziali se non sono in grado di garantire ai Cittadini una vita decente almeno nei suoi aspetti elementari . Da noi anche le cose più piccole divengono insormontabili: per esempio è inimmaginabile che si impieghino 4 mesi per ripristinare un punto luce pubblico! Il Comitato, del resto, ha sempre agito nei termini della più rigida legalità né intende uscirne ora. Del resto appare evidente che, stando così le cose, sono le stesse Istituzioni ad essere nella illegalità più totale.
In conclusione questa lettera ha lo scopo sostanziale di portare a conoscenza le SS. VV. di una situazione talmente assurda da non sapere, noi, a chi rivolgerci e che cosa sollecitare, Sappiamo che tutti Voi siete fortemente impegnati in problematiche di dimensioni per noi inimmaginabili; siamo comunque fiduciosi che vogliate essere almeno umanamente partecipi a quello che , qui, è un dramma tanto assurdo quanto grave.
P.S. – Il Comitato permanente Vallata Gallico rimane a disposizione per qualsiasi chiarimento su quanto esposto.
I portavoce temporanei
Fiumanò Tiziana – Cacciola Domenico
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti saranno sottoposti a moderazione