Vent'anni: una generazione… oppure un lungo giorno di vita; una travagliata giornata nella quale, al crepuscolo, quando gli ultimi bagliori di fuoco si spengono all'orizzonte di ponente, la fulgida stella della sera si accende, ad esorcizzare le tenebre della notte. Sono gli attimi nei quali, stanchi della fatica diurna, appare lontana la radiosità del mattino che appare come velato di un ondeggiante vapore di fantasia un po' nostalgica, un po'soddisfatta ed anche un po' smarrita nell'incipiente oscurità della notte.
Vent'anni: tanti ne sono trascorsi da quando Italo Falcomatà se ne è andato, in quelle fredde giornate di dicembre. Oggi sono evidenti le rovine fumanti e desolate di questa umanità, solo in parte cosciente della valanga che la sta travolgendo, ed anche di una politica piena di beccamorti felici di issare sinistre croci in uno sterminato cimitero di idee, di valori, di prospettive.
Certo, sarebbe facile sottolineare la nostalgia per un tempo in cui il mondo era diverso ed in cui, seppure il declino di uno sconsiderato consumismo capitalista mostrava i primi segni, eravamo ancora entusiasti, speranzosi, pieni di attese: in una parola, eravamo giovani. Non è però tutto qui: almeno per me, e, certamente, per tutti quelli che lo hanno conosciuto, il ricordo di Italo della sua sorridente immagine costituisce ancora . anzi, ora più che mai, punto di riferimento ineludibile per attraversare e superare la ondeggiante e fitta nebbia che avvolge l'umanità smarrita di un mondo psicopatico ed anche quella della nostra comunità cittadina.
Italo seppe ridare dignità ad una Città abulica e stanca con una silenziosa, lunga e defatigante opera di ricostruzione non solo materiale ma soprattutto morale: è difficile valutare quanta perseveranza, durata anni, dovette impiegare per una simile opera che non esito a definire mastodontica. Una perseveranza che fu possibile solo perché nutrita da una speranza incoercibile che egli seppe trasfondere a tutta la Città. Tuttavia il tutto non sarebbe stato possibile in assenza di una ulteriore componente che . a mio avviso, si palesa come la principale e basilare: l'amore; l'amore per questa Città e per la Comunità intera, per la nostra terra, per la bellezza , per la cultura e per la Vita.
Anche in questo che appare essere un livido crepuscolo pieno di vapori e sinistri fuochi fatui, Italo insegna che non si vive senza un amore travolgente per la nostra gente, per il nostro popolo, per tutto cò che à cultura bellezza e vita, che sta alla base di una perseverante speranza. La fulgida stella della sera è lì per dare coraggio. Signor Sindaco, proseguiamo…insieme!
Reggio Calabria, 11 dicembre 2021
Carmelo Santonocito
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